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| 07/05/2009 12:01 PM |
| Intervista a Jhon Daly |
D. Perché hai deciso di tornare in Italia?
R. Volevo giocare più di un torneo nell'European Tour. Proprio oggi mi sono iscritto all'European Open, così ne disputerò cinque di fila, ma dovrò arrivare almeno a undici per rimanere nel circuito
D. Il campo?
R. E’ bellissimo, un ottimo test. Le ultime tre buche sono difficili. Richiedono il driver dal tee di partenza, ma occorre essere molto precisi perché i fairway sono stretti. Il rough è molto più alto della settimana scorsa in Spagna e i green sono più piccoli. E’ decisamente un percorso difficile.
D. Come mai ti sei iscritto all’European Open?
R. A me piace disputare alcuni tornei di fila per acquisire il ritmo necessario e raggiungere una buona condizione di forma. Più gioco e meglio gioco".
D. Scottish Open e Open Championship: quali speranze?
R. Non so cosa farò, perché tutto è condizionato dal John Deere Classic al quale probabilmente dovrò partecipare negli Stati Uniti. Ho il problema di dover prendere parte a 11 gare in Europa e a 15 in America dove non so se otterrò 15 exemptions. Se non dovessi riuscirci tornerò in Europa. Quanto all'Open Championship, ho giocato a Turnberry nel 1994. Il percorso mi è piaciuto moltissimo, anche se le cose sono andate bene solo per nove buche in cui ero al comando: infatti alla decima ho spedito una palla in acqua e da quel momento è stata una corsa in salita. Turnberry è il secondo campo tra i miei preferiti dopo l'Old Course di St. Andrews.
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